
Antonio Di Capua
Un anziano cavatore di tartufi Irpino
L’animo contadino e le mani piene di fatica raccontano la storia di Antonio Di Capua. Nato nel 1932 nel piccolo comune campano di Bagnoli Irpino. La memoria affievolita dal tempo e rafforzata dalla passione verso il tartufo non dimentica riti, saperi e credenze legate a questa pratica.In compagnia dei suoi cani cerca di volgere il fato verso se stesso; la sua passione nasce grazie ad un amico, come racconta durante l’intervista. In questa zona dedita alla raccolta del solo tartufo nero i vecchi tartufai hanno insegnato tutto: detti e credenze, magie e leggende come la “malacosa” per allontanare dalle zone del tartufo ragazzini curiosi di questo tubero (forse) afrodisiaco e sicuramente prezioso.
Di una cosa è convinto il signor Antonio senza alcun tipo di dubbio: “Non credo alle cose che non esistono, credo solo a ciò che vedo con gli occhi”. Ecco, il tartufo l’ha trovato, la” malacosa” ancora no.
Indice del video
- Sono 50 anni che vado per tartufi
- Uso cani
- Gelosie tra cavatori (cercatori di tartufo)
- Il tesserino per la ricerca del tartufo con il maiale
- Il cane e l'addestramento
- Fasi lunari e pioggia. Proverbio
- Il tartufo come afrodisiaco
- Al Sud è proibito andare alla ricerca del tartufo di notte
- Il più grosso tartufo trovato
- Il significato del tartufo. Donne e tartufo
- Non credo alle streghe
- Qui il tartufo bianco non esiste
- La
Dati intervista
Nazione: IT
Regione: Campania
Città: Bagnoli Irpino
Provincia: AV
Altitudine: 654m s.l.m.
Wikipedia: https://it.wikipedia.org/wiki/Bagnoli_Irpino
Antonio Di Capua
Data di nascita: 23-10-1932
Professione: Pensionato
Lingue parlate: Italiano
Scheda di: Luca Percivalle, Pietro Schellino, Alessandro Ditommaso
Video di: Luca Percivalle, Remo Schellino
Creato il: 23-10-2015
Questo video fa parte del seguente archivio
Il Tartufo Bianco
Il Tartufo Bianco
L’archivio racconta il tartufo bianco, conosciuto per i suoi sapori e aspetti mondani, ma pressoché ignoto nella sua veste culturale e identitaria che ha plasmato generazioni di raccoglitori. La ricerca realizza un substrato di conoscenze documentato attraverso decine di interviste: elementi storici, antropologici, rituali e miti riguardanti questo prezioso fungo, considerato ancora oggi, per molti versi, un mistero notturno. Il progetto è stato promosso dall’Università degli Studi di Scienze Gastronomiche, l’Associazione Nazionale “Città del Tartufo”, il Centro Nazionale Studi Tartufo e la Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo.