Granai della Memoria :: Volvera, Centro di documentazione sulle culture della tradizione e della complessità

Volvera, Centro di documentazione sulle culture della tradizione e della complessità

L’archivio conserva le memorie degli attori del Novecento volverese. Le testimonianze documentate in questa sezione offrono uno spaccato della memoria orale di Volvera, mettendo in luce l’evoluzione che ha caratterizzato la città negli ultimi settant’anni. Ricerca promossa dal Comune di Volvera e dalla Regione Piemonte.

Giovanni Cugliari - Maria Francesca Mamone

Dalla Calabria a Volvera

Giovanni Cugliari (classe 1945), immigrato in Piemonte dalla Calabria, all’età di 16 anni, racconta il suo arrivo a Vinovo, dove c’era già il fratello maggiore, trovando lavoro come muratore; nel 1965, dopo il servizio militare, entra alla FIAT, ma essendo gli stabilimenti difficili da raggiungere da Vinovo si trasferisce a Volvera (1967).

Parla quindi dell’incontro con la moglie, in Calabria, nel 1968 che sposa nel 1970.

Interviene quindi la moglie, Maria Francesca Mamone (nata a Feroleto della Chiesa nel 1950) di Reggio Calabria, che ricorda l’impatto con Volvera, inizialmente non facile, con la neve, la nebbia, il viaggio di nozze in Fiat 500 e l’arrivo nella nuova casa dotata di riscaldamento, per lei una novità che inizialmente non sopportava.

Riprende la parola il marito che ritorna sul tema del suo arrivo in Piemonte, con un viaggio in treno dalla Calabria da solo, sedicenne, all’inizio degli anni Sessanta, epoca in cui tanti meridionali partivano all’avventura, mentre altri che avevano già dei parenti al nord sapevano che avrebbero trovato lavoro.

La coppia parla quindi delle amicizie, delle persone conosciute grazie a una certa Rita, molto introdotta nel paese, dei rapporti tra piemontesi e calabresi, dell’assegnazione di una casa popolare dell’IACP e del Comitato formatosi, i cui membri provvedevano a turno a sorvegliare l’edificio in fase di ultimazione per evitare occupazioni abusive. Accennano quindi all’evoluzione del paese dal loro arrivo ad oggi, con un aumento dell’urbanizzazione, al loro sogno di possedere una villetta indipendente.

La moglie ricorda la “santa”, una guaritrice che si credeva facesse i miracoli e riceveva anche 1.500 persone al giorno.

L’intervista termina con alcune considerazioni sul cambiamento del modo di lavorare alla Fiat, avvenuto interno al 1970, quando l’azienda mirava solo alla produzione e non più alla qualità del prodotto. La moglie si sofferma brevemente sui vari lavori fatti, prima e dopo le due maternità: dalla fabbrica di lamiere Brunello, a baby sitter, alla Fiat e infine nelle scuole, sua attuale occupazione.