Giuseppe Santovito

Sant'Amico e i tartufi a San Pietro Avellana

L’amore verso l’arte e la carriera lavorativa in Svizzera di Giuseppe Santovito non completano la sua vita, ritornato in patria si dedica alla raccolta del tartufo di San Pietro Avellana. Una passione che seguirà non con fine economico ma per un semplice benessere derivante dal rapporto con la natura; per lui il tartufo è definito come fungo dall’odore misterioso e la sorpresa è trovare pezzature differenti così come un cavatore d’oro.

Con sé porta oltre la “scienza” tartufaia un aneddoto riguardante Sant’Amico, caro ai cittadini di San Pietro Avellana: dalla leggenda narrata questo monaco benedettino ha avuto il merito di far sì che nel bosco si scaturisse un ruscello d’acqua; questo ha inevitabilmente garantito giuste condizioni per lo sviluppo e la maturazione del tartufo scrivendo in modo indiretto e indissolubile un forte legame e un aiuto importante ai tartufai.

Oggi le scollinate di Giuseppe seguono non il tempo che impercettibilmente svanisce con questa passione, ma in modo causale e non casuale fasi lunari e i trionfi di profumi individuati dai suoi cani.

Questo video fa parte del seguente archivio
The white truffle

The white truffle

The archive investigates white truffles, known for their taste and frivolous aspects, but not for their cultural characteristics which plasmed generations of truffle hunters. The research presents a substrate of knowledge documented through dozens of interviews: historical and anthropological elements, rituals and myths on this prized fungus, still considered nowadays a nocturnal mystery. The project was promoted by the University of Gastronomic Sciences, l’Athe National Association “Città del Tartufo”, the national centre for truffle research and the Cassa di Risparmio di Cuneo Foundation.

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